🖕Sul rompere il cazzo

Ci sono momenti in cui tocca proprio rompere il cazzo. Sono momenti estremi in cui o rompi il cazzo, o vieni inculato. Non dico che bisogna farsi inculare, quello mai, a meno che non se ne tragga un vantaggio chiaro (ma a quel punto dove sta l’inculata?). Dico un’altra cosa: rompiamo il cazzo, e facciamoci rompere il cazzo, se siamo noi stessi che stiamo esagerando. Ma facciamolo ai nostri termini e con la maggior tolleranza possibile. Facciamolo pensando che alla fine ci amiamo. Giochiamo in modo da lasciare spazio per una stretta di mano a partita finita. Ancora meglio un abbraccio. 🫂

Darwinismo della verità

Scrive Timoty Snyder nella sua ultima newsletter:

In Trump’s world, there is no true and false, there is only a kind of Darwinistic competition of belief.  If a lie made it up to him on the food chain, then it must be a good one that people will believe. 

Io aggiungo che questo non è vero solo nel mondo di Trump, ma in tutto il mondo sociale la verità procede in questi termini. E’ buffo che un concetto di base quale quello di verità sociale possa sfuggire ad un gigante come Snyder. Questo a mio avviso è l’unico limite di Snyder, peraltro il più fine conoscitore del mondo postsovietico, quello di essersi fatto carico di un approccio moralista. Al tempo stesso credo che se Snyder non si fosse sbracciato come attivista, l’onda del suo pensiero non sarebbe giunta fino a me. Quindi rilevo solo che non bisogna buttare il bambino con l’acqua sporca.

Assalto al congresso in Brasile

C’è da dire che in sé per sé l’assalto al congresso, oltre ad essere liberatorio come tutti i gesti insurrezionali, rende anche un poco di giustizia estetica contro una delle architetture più inquietanti che io abbia visto in vita mia (solo immagini, non dal vivo, quindi non posso giudicare fino in fondo). L’altro aspetto positivo di questa rivolta è l’assalto al torrido payoff della nazione che vorrebbe promuovere l’ “ordine e il progresso”, ovvero il cuore del fascismo. Speriamo che il Brasile ritrovi la strada prima che la foresta amazzonica la perda per sempre.

Caro futuro, vaffanculo

A gennaio si medita sull’anno a venire, lo si anticipa e lo si proposita. Le esperienze degli anni appena trascorsi ci guidano, talvolta spingendoci verso veri e propri pregiudizi. Io non faccio certo eccezione e al 2023 vorrei chiarirgli subito una cosa: caro futuro vaffanculo. Ricordiamo che il 2022 è stato secondo solo al 2016, quindi sarà il caso che il 23 si dia una ripigliata.